UN Report: COVID-19 e l’aumento della violenza domestica contro le donne

Nel 2020 si è registrato in Italia e all’estero un aumento dei casi di violenza domestica durante il periodo COVID. Riconoscendo questa realtà, la Relatrice Speciale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) per la violenza contro le donne Dubravka Šimonovic ha esteso un invito alla società civile, ai governi, e altri attori e stakeholder coinvolti nella promozione dei diritti delle donne, a fornire informazioni sull’impatto della pandemia sulla violenza domestica contro le donne. 

Chayn Italia ha aderito a questa importante iniziativa con la preparazione di un report dettagliato che ha cercato di portare la realtà e l’esperienza italiana a conoscenza della Relatrice.

Obiettivi del progetto

L’iniziativa della Relatrice invitava le organizzazioni interessate a rispondere alle seguenti domande:

  1. In quale misura c’è stato un aumento della violenza contro le donne, soprattutto la violenza domestica (inclusi femminicidi) durante il lockdown da COVID-19?
  2. Sono state disponibili helpline gestite dal governo e/o dalla società civile? C’è stato un aumento nel numero di chiamate ricevute durante la pandemia COVID-19?
  3. Era prevista un’esenzione per le donne vittime della violenza domestica dalle misure restrittive (i.e. dall’obbligo di rimanere a casa) se si trovano in situazioni di violenza?
  4. Sono rimasti aperti i centri di accoglienza e i centri antiviolenza (CAV) per le donne? Erano disponibili alternative nel caso che questi fossero chiusi o pieni?
  5. Erano disponibili e accessibili gli ordini di protezione contro gli abusi?
  6. Quali sono stati i risvolti del lockdown sull’accesso alla giustizia e al sistema giudiziario? Sono rimasti aperti i tribunali e hanno continuato a seguire procedimenti per violenza domestica?
  7. Quali sono stati i risvolti delle misure restrittive sull’accesso ai servizi sanitari, in particolare per quanto riguarda la salute riproduttiva?
  8. Quali sono esempi degli ostacoli incontrati nella prevenzione e lotta contro la violenza domestica durante il periodo COVID?
  9. Quali sono stati esempi di “good practices” (buone prassi) nella prevenzione e lotta della violenza e degli altri impatti di genere del COVID da parte del vostro governo?
  10. Ed esempi di “good practices” (buone prassi) da parte di ONG, istituzioni nazionali per i diritti umani e altri attori?

Con l’obiettivo di fornire informazioni concrete, nazionali ed affidabili alla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per la violenza contro le donne, ci siamo basate sulle seguenti fonti:

  • Informazioni raccolte nello svolgimento delle nostre attività come Chayn Italia, fra cui anche interviste svolte con le operatrici dei centri antiviolenza (CAV) operative su tutto il territorio nazionale, e nel corso del lavoro delle nostre volontarie (alcune delle quali lavorano direttamente nei CAV);
  • Informazioni raccolte tramite il nostro questionario online sulla situazione dei CAV durante il periodo COVID, ancora disponibile qui;
  • Fonti pubbliche, spesso disponibili solo in italiano – fra cui leggi e decreti, statistiche nazionali e ricerche svolte da altre organizzazioni – di cui abbiamo fornito informazioni riassuntive in inglese in modo da rendere queste fonti accessibili anche alla Relatrice delle Nazioni Unite.

Risultati 

Il Report è stato preparato e predisposto con i seguenti obiettivi in mente:

  • dare voce alle donne italiane, alla concreta realtà che hanno vissuto e alle difficoltà che hanno dovuto superare;
  • dare voce alle organizzazioni locali e ai centri antiviolenza (CAV), all’enorme sforzo che è stato fatto da questi attori per assicurare una continua operatività e assistenza alle donne;
  • contribuire ad un flusso informativo dal basso verso l’alto – dal nazionale verso l’internazionale – tramite le condivisione di dati spesso non conosciuti a livello globale (in parte anche perché disponibili solo in italiano);
  • stimolare un dialogo fra gli ufficiali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e le realtà locali;
  • illustrare esempi di “best practices” (buone prassi) che sono state seguite dal governo e dalle istituzioni e altresì di “bad practices” (cattive prassi) ed omissioni che hanno creato serie difficoltà per le donne in situazioni di violenza, fra cui mancanza di risorse adeguate e dispositivi di protezione per i CAV, il funzionamento parziale delle hotline di emergenza e la mancata continuità dei servizi di salute riproduttivi e di accesso al sistema giudiziario;
  • prevenire la ripetizione degli stessi errori: purtroppo non possiamo escludere con assoluta certezza una ripresa dei contagi ed una reimposizione degli obblighi di isolamento. Dobbiamo quindi accertarci di non ripetere gli stessi errori e di imparare dalle esperienze vissute.
Stato del progetto:
Concluso
Durata del progetto:
2020